Cerca nel blog

giovedì 21 maggio 2009

Compra usa e getta compra usa e getta...

Nel retrobottega c'era una vecchia sveglia, tonda, con una gallina che muoveva la testa su e giù ad ogni tic tac, incessantemente, beccando sempre lo stesso chicco, nello stesso punto... tic tac tic tac tic tac... Pièr alzò lo sguardo e la gallina sembrava dirgli "sì, sì sono quasi le 7, è quasi ora di andare"... Poi si voltò verso la moglie che stava disfando un vecchio maglione di lana rossa, attenta a che il filo non si ingarbugliasse e incurante del tempo che scorreva... Figaro, intanto, se ne stava a sonnecchiare nella sua cesta, lanciando qualche occhiata sorniona a quel filo rosso, come se intuisse che presto sarebbe diventato la sua coperta per l'inverno... Ma le 7 erano ormai arrivate, e Pièr abbassò la saracinesca, lentamente, come se non avesse fretta, quel giorno... Poi si avvicinò alla sveglia, la prese in mano e la caricò, come tutte le sere... Sembrava non rendersi conto che non l'avrebbe più guardata, l'indomani, perchè oggi era l'ultimo giorno di lavoro... Il negozio l'aveva chiuso, quella sera, per cessata attività, come recitiva il cartello appeso alla saracinesca... I tempi erano cambiati, e nessuno aveva più bisogno di lui...Nessuno andava più dal calzolaio...
Non sapendo da dove iniziare, mi sono inventata questa specie di storiella, che riassume in poche righe il senso che vorrei dare a questo blog, questa specie di diario da condividere con voi... È vero, i tempi sono cambiati e più passano gli anni più siamo fagocitati da questa nostra società consumistica, basata su una logica diabolica da cui nessuno (sottoscritta compresa) è immune... Come da titolo, la nostra cara madre società pretende da noi una sola cosa: non si tratta di essere buoni cittadini, bravi guerrieri, onesti lavoratori, sudditi fedeli o che so io... no... si tratta di essere incalliti consumatori. Anche efficienti produttori, in parte, ma a quello ormai ci pensano le macchine, che sono molto più efficienti... La cosa essenziale che il mondo si aspetta dagli uomini è che siano degli incalliti consumatori. Pensandoci bene, proviamo ad analizzare un tipico essere umano "occidentale" (senza dimenticare che questo modello si sta allargando al mondo intero...): va a lavorare per guadagnare dei soldi, che userà per comprare quelle cose che lui stesso, magari, ha prodotto, e le userà per qualche tempo, fino a quando le getterà, sostituendole con altre cose che avrà comprato coi soldi che avrà guadagnato andando a lavorare eccetera eccetera eccetera... È un circolo semplice ma da cui non si scappa: produrre per consumare, e il consumo deve essere incessante perchè se si ferma quello si ferma anche la produzione... E allora perchè non produrre delle cose che durano poco? Che si usano e poi si gettano subito, in modo da produrne continuamente delle nuove?! Purtoppo non possiamo dare la colpa ai "potenti", alle "multinazionali", alle "istituzioni politiche ed economiche", o a qualche altra entità esterna il cui potere è a noi inaccessibile e incontrastabile... La verità è che questo nostro pianeta non gira più nè sul proprio asse nè intorno al sole... gira intorno al consumo, e chi consuma siamo noi: siamo noi che teniamo in piedi questo sistema ed è ipocrita dire che non ci piace, dal momento che si regge su di noi... Siamo noi che cambiamo le scarpe ad ogni stagione, buttando quelle vecchie anzichè fale riparare... siamo noi che compriamo le sveglie con le pile, così non dobbiamo sbatterci a ricaricarle manualmente... siamo noi che buttiamo i maglioni quando non ci vanno più, e ne compriamo altri alla moda... e magari, già che passiamo di lì, compriamo una bella cuccetta imbottita per il nostro gatto... e anche un gomitolo di gomma, così si diverte...
Ogni giorno, anche il più piccolo e apparentemente insignificante dei nostri gesti, scatena in realtà una tale catena di conseguenze da spaventare anche la persona meno impressionabile di questo mondo... E allora, tanto per chiudere con un esempio, mentre vi state soffiando il naso con un fazzolettino di carta che poi getterete nel cestino più vicino, provate a pensare a cosa ci sta a monte di quel gesto (industrie che producono carta, foreste abbattutte, industrie che producono plastica per la confezione, industrie che producono inchiostro per l'etichetta, ditte di confezionamento, camion per il trasporto, pozzi petrolifici, benzina eccetera eccetera eccetera...) e a cosa ci sta a valle (cestini pieni di rifiuti da svuotare e da smaltire, discariche stracolme che si allargano a macchia d'olio sulla superficie terrestre, nuovi fazzolettini da produrre per altre soffiate di naso, e via che si ricomincia da capo...) Insomma se solo ci pensassimo, mentre ci stiamo soffiando quel maledetto naso perchè, cresciuti in un mondo plastificato, siamo diventati allergici ai fiori e alle piante, forse inizieremmo a ponderare ogni nostro gesto, dando un'importanza diversa a come ci muoviamo e a come agiamo nel mondo... Perchè il mondo si può cambiare anche così, anzi forse è l'unico modo che ancora ci resta, visto che sperare in una rivoluzione globale è diventata una pura e irrealizzabile utopia...

Nessun commento:

Posta un commento