Per chi abita in città è più difficile, ma per gli altri esseri privilegiati recarsi nei boschi e nei prati a "fare la spesa" non dovrebbe suonare una dichiarazione assurda... Visto che la natura ci ha messo a disposizione tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, perchè non approfittarne?
Certo, il mondo è cambiato, i frutti non li cogliamo più dagli alberi ma dagli scaffali del supermercato... Però credo che sia una cosa saggia (e anche economica, visto che è gratis...) cibarsi, quando possibile, di ciò che la natura non ha mai smesso di offrirci... La primavera, poi, è un periodo fecondo da questo punto di vista, per cui voglio condividere con voi le mie esperienze di "raccolta"... Iniziamo con gli ASPARAGI SELVATICI... (Nome scientifico: Asparagus acutifolius, Famiglia: Liliacee). Crescono nei pascoli incolti, lungo i muretti a secco, nei boschi di quercia. Gli asparagi da usare in cucina non sono altro che i giovani germogli della pianta (turioni), che spuntano in primavera... Simili a questi, ma meno amarognoli, sono i germogli del LUPPOLO SELVATICO (Nome scientifico: Humulus lupulus, Famiglai: Cannabaceae). Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d'acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un'altitudine di 1.200 metri se il clima non è troppo ventoso ed umido. I getti apicali della pianta si raccolgono in primavera (marzo-maggio) e, a differenza della maggior parte dei germogli utilizzati per uso culinario, i getti di luppolo selvatico sono più gustosi quanto più sono grossi. Entrambe queste piante si usano come i comuni asparagi, per cui sono ottimi nei risotti, nelle frittate, o anche semplicemente lessati e conditi con sale e olio, oppure con burro fuso e formaggio grattuggiato... Magari in futuro vi darò qualche ricetta... Un'altra erba che a me piace particolarmente è l'Erba del Buon Enrico, o SPINACIO SELVATICO ( Nome scientifico: Chenopodium bonus Henricus, Famiglia: Chenopodiacee). E’ facile raccoglierla vicino alle cascine, in prossimità delle malghe e dei pascoli (in quei luoghi, insomma, dove il terreno è ricco di letame); le sue foglie verdi triangolari al tatto sono farinose. Si usa come gli spinaci, e personalmente trovo che uno dei modi migliori di gustarlo siano gli gnocchi (anche di questi vi darò la ricetta...). C'è poi la CICORIA SELVATICA (Nome scientifico: Taraxacum officinale, famiglia: Asteracee). Cresce spontaneamente nelle zone di pianura fino ad una altitudine di 2000 m, e lo si può trovare facilmente nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi delle strade. In primavera si raccolgono le rosette di foglie appena spuntate, prima che cresca il fiore. La possiamo usare, fra l'altro, nelle minestre, in insalata o accompagnata da uova sode. Ancora, possiamo raccogliere gli STRIGOLI (Nome scientifico: Silene vulgaris, Famiglia: Caryophyllaceae), detti anche "sciopetì" (avete presente quei fiori a palloncino che i bambini fanno scoppiare sul dorso della mano?). In Italia è comune in tutte le regioni, ed è possibile trovarla nei prati, arbusteti, boschi radi e margini dei sentieri. Si raccolgono prima della fioritura e si usano in insalata, nei ripieni, nelle minestre e soprattutto nei risotti. Le sue foglie hanno un sapore dolce e delicato. Un'altra leccornia che ci offre la primavera sono i fiori di certe piante, passati in pastella e fritti (tipo i fiori di zucca). Ve ne segnalo due: quelli di SAMBUCO (Nome scientifico: Sambucus, Famiglia: Caprifoliacee) e quelli di ROBINIA (Nome scientifco: Robinia pseudoacacia, Famiglia: Fabaceae), entrambe diffuse nei nostri boschi. Concludo con l'ORTICA (Nome scientifico: Urtica dioica, Famiglia: Urticacee), che non ha bisogno di molte presentazioni... I getti giovani freschi sono i migliori in cucina, in quanto più teneri: il periodo più adatto per coglierli è la primavera, o l'autunno quando, dopo il taglio del fieno, crescono i nuovi getti. Le ortiche sono usate in cucina da sempre: si lessano come fossero spinaci, si aggiungono alla minestra, si cuociono con il riso o si impastano con la farina o le patate per farne degli ottimi e delicati gnocchi. Ovviamente questi sono solo degli esempi: la natura ci offre un'infintà di piante commestibili, di cui l'uomo si è sempre nutrito e che noi, purtoppo, abbiamo dimenticato... Però trovo che sia stupido andare dal fruttivendolo a spendere dei soldi per delle piante piene di fertilizzanti e pesticidi, quando quelle piante le possiamo trovare gratis e sicuramente più salubri nei prati e nei boschi... Quindi invito tutti coloro che ne hanno la possibilità a sfruttare queste opportunità, insomma a tornare ad essere raccoglitori, come i nostri antenati (dopo, ovviamente, le necessarie informazioni e cautele... onde evitare qualche avvelenamento!!). Tornerò presto su questi argomenti, per il momento vi saluto e vi segnalo un sito interessante, ricco, fra l'altro, di ricette... http://www.piantespontaneeincucina.info/struttura/html/piante_spontanee_in_cucina/piante_spontanee_in_cucina.html
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